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USA

L'Italia in un mondo che cambia

Questo rapporto è il frutto della collaborazione fra tre Istituti di ricerca italiani, IAI, ISPI e Nomisma, che da tempo si occupano a diverso titolo della politica estera ed internazionale del nostro Paese. La riflessione e le proposte che qui presentiamo sono state sollecitate dall’Ufficio Studi di Finmeccanica e si collocano in un periodo particolarmente delicato per l’Italia, stretta fra una duplice crisi, interna ed europea, ed alla vigilia di una nuova impegnativa tornata elettorale. Riteniamo quindi che questo sia il momento opportuno per rilanciare il dibattito sulle responsabilità che l’Italia deve assumersi non solo verso sé stessa ma nei confronti dell’Europa, del vicinato e del resto del mondo.

La politica estera degli Usa, la visione “reaganiana” di Mitt Romney

Most of the US public opinion generally remembers the 80s as a successful decade, characterized by a great economic recovery and the victory in the Cold War at the expense of the Soviet Union. Those years came after the uncertain 70s, when the American weakness was particularly visible. Many authors use to describe the then-President, Ronald Reagan, as the leading “actor” of that patriotic renaissance. More than thirty years on, the ghost of the US decline is back.

Religion and the 2012 American Presidential Election

One of the most significant but overlooked factors in American electoral politics, especially among foreign observers, is the role played by religious issues. Since the 1980s, divisions in the electorate based on levels of religious observance have become increasingly prominent in determining partisanship and vote choice – so much so that, by 2008, the political gap between religious and secular Americans had come to dwarf more widely recognized divisions.

Usa, il ruolo dei media: rivoluzione Internet 2,0

È ormai certo che Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, sarà lo sfidante di Barack 

Obama alle elezioni presidenziali di novembre. A essere sinceri, l’esito era già chiaro tre mesi fa, dopo le primarie del “Super Martedì” del 6 marzo. A questo punto possiamo domandarci quale sarà il tema che dominerà la campagna elettorale da qui a novembre. L’andamento della disoccupazione? Il giudizio sulla riforma sanitaria? Un tema sociale come i matrimoni tra omosessuali?

Usa, cercasi stimolo fiscale per una rielezione

Settembre 2011. L’economia statunitense è in difficoltà. Nonostante i proclami e gli sforzi istituzionali, l’attività non decolla, la disoccupazione è ferma al 9% e la saggezza popolare fa notare come nessun presidente sia mai stato rieletto con una disoccupazione così alta[1]. Pochi scommettono nel rinnovo del mandato del presidente Obama, stretto da una maggioranza traballante restia ad approvare ulteriori piani di stimolo per l’economia.

Tre handicap per Barack Obama

La corsa per la presidenza è ormai iniziata ed entrambi i contendenti, come ben abbiamo visto nella recente polemica di Obama con l’Europa, sono molti attenti a ponderare le implicazioni elettorali delle loro dichiarazioni. Stando a gran parte dei sondaggi, Obama rimane favorito, anche se di poco. E questo pone due domande: perché Obama abbia ancora le chance maggiori di rimanere alla Casa Bianca e come mai la competizione sia così aperta, molto più aperta di quanto non si pensasse solo alcuni mesi fa.

Finanziamenti elettorali: il presidente resta avanti

Alzare la voce conviene nella campagna elettorale americana. Tra i venticinque maggiori donatori singoli (“donors”) dei due sfidanti alle elezioni presidenziali del prossimo novembre solo quattro sono riconducibili all’area “liberal”, la maggioranza è invece di stampo conservatore; come riporta il Centre for Responsive Politics. I primi hanno elargito 7,5 milioni di dollari, i secondi 10 volte di più (77 milioni). Non solo.

Il declino americano: inevitabile destino o falsa profezia?

La fase di crisi nella quale sono entrati gli Stati Uniti negli ultimi anni, è costituita da una delicata situazione finanziaria sul piano interno accompagnata a un ridimensionamento della loro posizione economica sul piano globale. Due condizioni, le difficoltà fiscali interne e la perdita di peso relativo, hanno rinnovato il dibattito sul declino dell’egemonia americana, un tema ricorrente negli studi internazionalistici e nel dibattito pubblico da ormai diversi decenni.

Usa-Israele, il tentativo di spaccare l’allenza tra Iran e Siria

La visita del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca s'inserisce nel quadro delle relazioni tra Stati Uniti e Israele a un anno dalle elezioni americane e in una regione attraversata da cambiamenti, minacce e venti di guerra. Obama e Netanyahu sono personalità politiche molto differenti tra loro: i due non si piacciono, non si sono mai amati e mai saranno ottimi amici.

Gli Stati Uniti e i confini dell’eccezionalismo: il dibattito americano sul declino americano

Every ten years it is decline time in the United States. The declinist vision is so recurrent that it seems a constant countermelody of American exceptionalism. The paper offers an appraisal of the recent American debate on U.S. decline.

Le risorse militari dell’egemonia americana

A lively debate was recently resumed on the purported decline of the United States. Those who argue that the American hegemony won’t last for long base their claim on economic consid-erations. In military terms, however, evidence suggest different conclusions: compared to other major powers, the US has more and better capabilities – enough to protract the unipolar moment for a long time.

Dalla Libia all’Iran: le spine del rapporto con Washington

In questi mesi è in corso un profondo ripensamento della politica estera italiana verso alcune aree e verso alcuni paesi. L’Italia, nella conduzione della propria politica estera, è spesso riuscita, nel corso di decenni, a conciliare due esigenze entrambe fondamentali: la necessità di buone relazioni con paesi per essa strategicamente rilevanti, come Libia, Iran, Russia, ma politicamente difficili per la sfera d’afferenza atlantica, e la piena appartenenza proprio al campo atlantico ed europeo dell’Italia.

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