L'Italia è tornata. È un po' questo il commento diffuso tra gli osservatori internazionali e confermato anche dall'andamento del Consiglio europeo del 25 marzo scorso come dalla conferenza stampa del presidente Draghi del 26 marzo. Sarebbe ingeneroso disconoscere i risultati ottenuti dal governo precedente sul Recovery Fund. Come sarebbe illusorio pensare che il peso del Paese sia cresciuto d'improvviso con un colpo di bacchetta magica. Le luci e le ombre di sempre.
Al via oggi il Consiglio europeo. Tanti i dossier sul tavolo dell'Unione Europea, dai rapporti con la Russia a quelli con la Cina, ora che entrambi sembrano far quadrato contro Bruxelles. Vi parteciperà anche il presidente USA Joe Biden, a riconferma dell'intenzione di rilanciare l'alleanza transatlantica. Ma ad occupare l'agenda dei capi di stato e di governo UE sarà soprattutto la campagna vaccinale, in un crescendo di tensioni intorno ai nodi delle forniture, della distribuzione e dell'export.
Gli effetti negativi della pandemia sul traffico commerciale dei porti sono stati rilevanti in tutto il mondo. Gli analisti hanno stimato, per i primi quattro mesi del 2020, una riduzione media, a livello globale del 4,5%, (a Shanghai il traffico container è calato dell’8,5%, a Rotterdam del 4,7%, (Fonte Smr). Il traffico crocieristico è addirittura crollato al 70-80%.
Con l’ingresso del governo Draghi, il Recovery Plan sarà in gran parte riscritto con maggiore attenzione alla salute, alla scuola, ai giovani, alla parità di genere, come già si era iniziato a fare, ma forse ancora di più per l’innovazione, la transizione ecologica e la sostenibilità delle infrastrutture. Su questi ultimi temi è da anni impegnato il neo ministro Enrico Giovannini, da cui ci si attende molto per legare finalmente l’infrastrutturazione del territorio all’ambiente.
I contorni dello shock economico del 2020 prendono consistenza nei numeri ora disponibili. Le stime più aggiornate di Prometeia indicano una caduta complessiva del Pil della Lombardia che sfiora il -10%: un risultato più severo del -6,0% registrato nel 2009 e del -8,9% certificato dall’ISTATper il territorio nazionale nell’annus horribilis.
A oggi, l’Italia ha somministrato circa il 74% dei 4,5 milioni di vaccini disponibili nel paese. Germania e Francia il 68% e 66%, mentre Lituania, Estonia e Danimarca sono vicini al 100%.
La nostra capacità di individuare subito problemi a livello locale è migliorata, ma è proprio a livello locale che la situazione si sta aggravando. Il caso dell'Umbria mostra che una soluzione può essere trovata.
Le Zone Economiche Speciali, nate negli anni sessanta su impulso dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per promuovere lo sviluppo industriale e delle infrastrutture con intento transitorio, sono divenute negli ultimi 50 anni la forma urbana a diffusione più rapida. Immaginate come un’anomalia amministrativa, utile solo a far partire un’economia, oggi è possibile contarne oltre 4000 sparse per il mondo a dimostrare quanto siano dei formidabili catalizzatori di connettività e crescita.
La percentuale di popolazione over-80 a cui è stata somministrata almeno la prima dose di vaccino varia molto tra i singoli paesi europei.
Mario Draghi gode di grande prestigio a livello internazionale: la sua nomina a Presidente del Consiglio ha avuto immediati effetti positivi sullo spread e ha raccolto il plauso delle principali cancellerie europee e d'oltreoceano.
Riuscirà l’”effetto Draghi” a far crescere il peso dell’Italia nel mondo? I nostri conti pubblici saranno più al riparo? A quali obiettivi puntare ora con gli alleati europei e con gli USA?