Gli aumenti e la volatilità delle quotazioni del petrolio hanno effetti ramificati sull’economia. Molto dipende, però, da quelle che sono le aspettative prevalenti tra i vari agenti economici: i prezzi resteranno stabilmente al di sopra di una certa soglia, oppure finiranno per crollare, come è accaduto tante volte nel passato?
L’atmosfera alla vigilia delle elezioni presidenziali in Russia è molto effervescente a causa di un’inattesa attivazione della società civile, a partire dall’ufficializzazione dei risultati delle elezioni alla Duma del 4 dicembre 2011. Pochi giorni dopo migliaia di moscoviti sono scesi in strada per dare vita a una imponente e variegata manifestazione, la più grande protesta a Mosca dai tempi della perestroika e della dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Che differenza corre tra un politico e un tecnico? Meglio, tra la politica fatta da un politico e quella fatta da un tecnico? Come spessissimo capita, dipende da dove guardi. A prima vista: un politico è uno che pensa per prima cosa alle possibili conseguenze elettorali del suo operato. Di contro, un tecnico che fa politica compie la scelta che gli pare più appropriata senza curarsi delle ricadute elettorali.
In questi mesi è in corso un profondo ripensamento della politica estera italiana verso alcune aree e verso alcuni paesi. L’Italia, nella conduzione della propria politica estera, è spesso riuscita, nel corso di decenni, a conciliare due esigenze entrambe fondamentali: la necessità di buone relazioni con paesi per essa strategicamente rilevanti, come Libia, Iran, Russia, ma politicamente difficili per la sfera d’afferenza atlantica, e la piena appartenenza proprio al campo atlantico ed europeo dell’Italia.
L’incontro alla Casa Bianca fra il presidente americano Barack Obama e il presidente del Consiglio Mario Monti nasce dall’interesse di Washington per il programma di riforme economiche in Italia, segna l’inizio di una nuova fase di rapporti fra i due alleati e al tempo stesso mette il nostro paese di fronte alla necessità di ridefinire l’interesse nazionale davanti a un quadro strategico internazionale mutato.
Il Lockheed Martin F-35 Lightining II è il più ambizioso programma di armamenti della storia e un tassello nella collaborazione transatlantica nell’aerospazio e difesa. Già conosciuto come Joint Strike Fighter è un caccia multiruolo di 5a generazione con capacità stealth che sarà prodotto in tre versioni: F-35A a decollo convenzionale; F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) per portaerei con ponte adatto; F-35C per portaerei con catapulte (CATOBAR) sistema tipico della US Navy.
Il mandato del governo Monti, per quanto limitato, ha avuto fin dal principio una forte valenza internazionale. Il primo e irrinunciabile compito del nuovo governo era infatti il rilancio dell’immagine e del ruolo dell’Italia all’estero, a partire anzitutto dall’Europa. Un tale compito era iscritto, ancor prima che nel mandato del governo, nella stessa figura di Mario Monti, il quale fino a poche settimane fa era noto e stimato in sede europea molto più di quanto lo fosse in Italia. Accettando l’incarico, Monti raccoglieva una doppia sfida sul piano internazionale.
I risultati del vertice di Bruxelles di lunedì 30 gennaio sono rilevanti per l’Italia, che li ha non poco influenzati. La posizione del nostro paese è stata fra quelle determinanti nell’evitare che il “fiscal compact” che è stato varato contenesse clausole inutilmente severe e rigide. Gli obblighi di equilibrio del bilancio pubblico e le clausole di correzione semi-automatiche degli squilibri sono formulati in modo da tener conto della fase ciclica, e quindi del rallentamento del gettito fiscale causato da quello del Pil, anche in seguito a politiche restrittive.