Seguendo con l'attenzione dovuta i due giorni intensi della visita di Mario Draghi a Washington, ho avuto un moto di tristezza: pensando che a meno di un miracolo, fra un anno non saremo più governati da lui. Per le cose che ha saputo dire sull'Ucraina, il modo in cui l'ha fatto – determinazione riguardo alla guerra e visione di un futuro oltre il conflitto – Draghi merita quella definizione politica che in Italia è giusto sia usata con parsimonia: statista.
Ridimensionamento della presenza militare in Iraq e Afghanistan in favore di nuove missioni in Africa, in particolare nel Sahel. Questa è la rotta tracciata dal Parlamento italiano il 17 gennaio. Nonostante le Camere sciolte il nostro governo ha “urgentemente” approvato il dispiegamento di truppe in Niger, Libia, Tunisia, Marocco e Repubblica Centroafricana per un totale di oltre 83 milioni di euro per il 2018 (di cui 65 fra Niger e Libia).
Mario Draghi vola a Washington per incontrare Joe Biden: la guerra in Ucraina, l’energia, le sanzioni e il rilancio dell’offensiva diplomatica al centro del bilaterale con il presidente Usa.
Il colloquio che il 10 maggio il Presidente del Consiglio Mario Draghi avrà a Washington con il Presidente statunitense Joe Biden si svolgerà mentre è in corso la tragica guerra di aggressione russa all’Ucraina, destinata a modificare in profondità l’ordine euro-Atlantico post-guerra fredda e i cui riflessi si estenderanno sul piano globale.
Gli shock paralleli di guerra e inflazione pesano sulle aziende lombarde. Per superarli serve ridisegnare le catene produttive e i mercati di riferimento.
Il periodo dell’attuale presidenza francese, dal 2017 al 2022, è stato un momento particolarmente travagliato per le relazioni bilaterali fra Italia e Francia, che hanno rivestito di fatto un’importanza inedita nella storia degli ultimi decenni. Nel 2017 Emmanuel Macron era stato eletto con uno slancio europeista: la sera della sua vittoria una cerimonia al Louvre celebrava la sua vittoria con la colonna sonora dell’Inno alla Gioia.
L'Italia guarda al ballottaggio francese. La conferma di Macron rafforzerebbe l'alleanza nella UE su Ucraina e Patto di Stabilità. Con Le Pen invece cambierebbe tutto.
La diplomazia langue, mentre sul campo sono ore decisive per la sorte di Mariupol. L’Europa discute di nuove sanzioni e Washington chiede all’India di prendere una posizione più dura nei confronti di Mosca.
Oggi il premier Draghi è in visita in Algeria, insieme al ministro degli Esteri Di Maio e all’amministratore delegato di Eni Descalzi, per incontrare il presidente algerino Tebboune. L’obiettivo? Aumentare le forniture di gas dall’Algeria e ridurre quelle dalla Russia.