È davvero una delle elezioni più drammatiche e importanti della storia di Francia. La differenza fra il baratro della Frexit, del populismo, delle conseguenze pesanti (per il paese e per l'Europa) e la più rassicurante prospettiva di un percorso riformista ed europeo è racchiusa in una manciata di voti, o, per meglio dire, di percentuali espresse dai sondaggi dell'ultima settimana. Mai, come questa volta, l'incertezza è enorme. Perché, mai prima d'ora, la campagna elettorale è stata contemporaneamente condizionata da eventi politici, scandalistici, mediatici.
Intervento del Presidente emerito Giorgio Napolitano nell'Aula del Senato (17 marzo 2017).
La crisi che investe l'Unione europea non ha nulla di contingente o episodico e non potrà essere "rimontata" con qualche aggiustamento. Essa riguarda tanto l'assetto delle sue istituzioni, quanto l'idea o il senso o "la causa finale" della sua costruzione.
Nel giro di poche settimane, il panorama politico tedesco è cambiato in misura sorprendente e inattesa, a sette mesi dalle elezioni generali programmate per il prossimo mese di settembre. La decisione del Partito Socialdemocratico (SPD) di candidare alla cancelleria Martin Schulz (ex-Presidente del Parlamento Europeo) anziché il proprio presidente Sigmar Gabriel (vice-Cancelliere nell'attuale governo di "grande coalizione") ha infatti avuto effetti del tutto imprevisti.
L'evento "Youth for Europe - The Parliament and Us" approderà a Bologna presso l'Università Alma Mater Studiorum - Aula 1, Dipartimento di Scienze Politiche (Strada Maggiore, 45).
Esperti di Unione europea discuteranno di Europa, Parlamento europeo e di tutte le opportunità per i giovani nell'UE.
Per ulteriori informazioni, visita il sito www.youth4eu.it
Se nel costume popolare si è soliti affermare che “tra i due litiganti il terzo gode”, in realtà l’Unione Europea e, ancor più nello specifico l’Italia, rischiano invece di patire un aumento di conflittualità fra Usa e Cina, le due maggiori potenze mondiali. Il traumatico passaggio dall’amministrazione Obama a quella Trump ha inasprito una tensione latente che si manifestava tramite il “pivot to Asia”.
Italia e Germania hanno forti legami che spaziano dalla storia alla politica, dall’economia alla cultura. Emergono però spesso attriti e incomprensioni che allontanano i due paesi amici. Gli italiani tendono a considerare la Germania un attore europeo egoista, che mostra poca comprensione per gli altri. I tedeschi, dal canto loro, nutrono dubbi sull'affidabilità dell’Italia nel risolvere i suoi problemi, soprattutto in campo economico e finanziario.
Negli ultimi anni sono emersi movimenti e leader politici che vengono spesso identificati non solo come un sintomo, ma anche come una causa della crisi della democrazia. Secondo un’altra lettura, questi svolgono invece una importante funzione democratica perché convogliano il malcontento popolare nell’alveo della democrazia stessa, limitandone le derive violente.
Sluggish economic growth, elections in key countries, and Brexit negotiations are set to make 2017 a crucial year for Europe. At the same time, Euroskepticism is on the rise, migration proves more divisive than ever, and the international context is increasingly unpredictable.
How to safeguard and strenghten EU policies? How to move them closer to citizens’ demands? What recipes to support economic growth and let the euro work at full speed?
L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sembra aver colto di sorpresa studiosi e osservatori: per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, a vincere le elezioni è un candidato che declina il suo messaggio facendo leva su populismo, nazionalismo e isolazionismo. In un contesto internazionale di globalizzazione e interdipendenza, l’eventuale ripiegamento su se stessi degli Stati Uniti rischia di aprire prospettive inedite, tanto sul piano politico quanto su quello economico-commerciale.
Cosa ci aspetta? Che ne sarà dell’eredità di Obama in settori quali la sanità, i diritti civili, la politica economica? Quale l’impatto sulle relazioni tra Stati Uniti, Europa e Russia? Come si muoveranno gli USA nel complicato puzzle mediorientale, tra Siria, Israele, Arabia Saudita e Iran? Dopo le dure dichiarazioni fatte in campagna elettorale nei confronti della Cina e la promessa di costruire un muro al confine con il Messico, cosa succederà in Asia e in America Latina? Infine, cosa ne sarà dei trattati commerciali o dello storico accordo sul clima di Parigi?
Le analisi contenute nel presente volume si propongono di rispondere a questi interrogativi, delineando i possibili scenari sull’evoluzione della leadership americana nel mondo e sulle conseguenti implicazioni per i più importanti contesti geopolitici.