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In questi giorni altri 76 giovani volontari sono in partenza per l’estero nell’ambito dei progetti dei Corpi Civili di Pace, un’iniziativa promossa dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nati come modello sperimentale all’interno del Servizio Civile, sono diventati operativi nel 2017 e hanno l’obiettivo di cercare soluzioni alternative all’uso della forza militare, di promuovere solidarietà e cooperazione, tutela dei diritti sociali, servizi alla persona, educazione alla pace fra i popoli.

I CCP lavorano quindi come human rights defenders in contesti di crisi, instabilità politica, minaccia alla democrazia, violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Entrano nelle comunità dove vanno a operare e le affiancano, condividendone preoccupazioni e bisogni. Non intervengono nei conflitti armati ma prendono parte a progetti pensati per promuovere la pace e salvaguardare i diritti, attraverso comportamenti e tecniche che aiutano a prevenire l’aggravarsi della situazione e trasformare i conflitti in mediazione, dialogo, riconciliazione.

Prima di iniziare la loro attività “sul campo”, i giovani CCP seguono un percorso formativo specifico e si impegnano a rispettare i principi etici e le regole di condotta descritte nel Codice etico dei Corpi Civili di Pace.  L’ente o l’organizzazione che propone il progetto si occupa della formazione (insieme a centri di ricerca, istituti universitari o altri organismi competenti nelle materie relative ai progetti) e della tutela della sicurezza dei giovani in servizio all’estero

Qualche esempio delle attività in cui sono coinvolti i CCP: il sostegno ai processi di democratizzazione, mediazione e riconciliazione; il sostegno alle capacità operative e tecniche della comunità locale; il monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario; il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i migranti giunti sul territorio.

Tendenzialmente ogni anno viene pubblicato il bando per la selezione di volontari da impiegare in progetti in Italia e all'estero nell’ambito del CCP, insieme alle schede descrittive dei singoli progetti per i quali si può far domanda.

Essere parte del CCP significa fare un’esperienza importante a livello personale e professionale perché permette di conoscere altre realtà sociali, mettersi alla prova in un contesto lavorativo e arricchire il proprio CV per poi rivendersi nel mondo del lavoro, soprattutto se si aspira a una professione nella Cooperazione internazionale.  Queste attività servono per conoscere da vicino contesti che spesso ignoriamo o conosciamo poco e ci aiutano a capire anche il tipo di mestiere che ci piacerebbe fare, ma anche per lavorare nel mondo della Cooperazione servono competenze sempre più specifiche ed è necessario iniziare con diverse esperienze e consolidare man mano le conoscenze.

ISPI in questo può darvi una mano: dai corsi brevi Summer School sui temi di cooperazione al percorso più professionalizzante del Master in International Cooperation (Development-Emergencies)

 

 

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Tags: 
cooperazione
servizio civile
master

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