L’inquinamento dell’aria è uno dei problemi più seri per la Cina: appena l’1% della popolazione urbana respira aria salubre secondo gli standard dell’Unione Europea e più di un milione di morti premature l’anno è legato all’inquinamento. Una delle principali cause di questo problema è che circa il 70% dell’energia utilizzata in Cina è prodotta con il carbone, ma anche il traffico intenso e l’uso di carburanti inquinanti hanno seriamente peggiorato la situazione.
Il governo cinese sta per questo apportando una serie di misure che dovrebbero ridurre le emissioni di CO2 del 17% e aumentare il consumo di energia non-fossile dell’11% entro il 2015: tra queste misure non bisogna sottovalutare gli sforzi compiuti per sostituire le autovetture a benzina con quelle ad elettricità.
Entro il 2020, infatti, la Cina si pone l’obiettivo di sostituire il 30% dei trasporti pubblici e dei mezzi logistici delle città più sviluppate dal punto di vista infrastrutturale con autobus, camion e automobili a energia elettrica. Ciò si aggiunge ad una serie di agevolazioni fiscali e misure di promozione delle energie pulite e il Ministero dell’Industria ha dichiarato che, con oltre 5.000 veicoli venduti, le vendite del 2013 sono state più di dieci volte superiori a quelle dell’anno precedente.
Il mercato delle auto elettriche sarà particolarmente importante soprattutto per quelle aree urbane che già soffrono di seri problemi di inquinamento: Pechino, ad esempio, sta implementando un programma che dovrebbe portare all’uso di oltre 5.000 taxi elettrici entro il 2017.
Il Jiangsu è stata una delle prime province a lanciarsi nel mercato delle autovetture elettriche o ibride: la contea di Yangzhou, ad esempio, ha recentemente acquistato 314 autobus ibridi, che entreranno in servizio prossimamente. Un acquisto di oltre mille autobus elettrici è stato fatto anche a Nanjing, il capoluogo provinciale, mentre qui i primi taxi elettrici sono già in servizio.
L’introduzione di veicoli elettrici è una grande opportunità che inevitabilmente comporterebbe però anche diverse difficoltà: uno dei principali problemi potrà essere costituito dalla trasformazione del settore dei trasporti pubblici – controllato dallo Stato e molto meno flessibile rispetto al privato – alla luce di queste importanti novità, adottando politiche che agevolino l’uso e la proprietà di questi mezzi.
Alessandra Gherardelli, ISPI Research Trainee