Un progetto di investimento di 150 miliardi di yuan (all’incirca 24 miliardi di dollari) è stato annunciato da parte del Governo centrale per dare maggiore slancio allo sviluppo della parte occidentale del paese. Il piano comprende la costruzione di cinque aeroporti, rispettivamente nelle provincie dello Jilin, Qinghai, Yunnan, Guizhou e della Regione autonoma della Mongolia interna, per un totale di 5 milardi e mezzo di yuan, e tre progetti di nuove tratte ferroviarie, per un totale di 145 milardi di yuan da investire.
Quello proposto recentemente non è il primo tentativo da parte del Governo di dare una spinta alla crescita delle province meno sviluppate e più lontane dal centro pulsante dell’economia cinese, costituito dalla zona Costiera. Nel 1999 infatti venne presentato il “Piano di sviluppo della Cina Occidentale”, implementato nel 2006 con la costruzione della ferrovia Qinghai-Tibet, dal piano di investimento di 280 miliardi di yuan del 2007 e con la formazione nel 2009 del Triangolo economico della Cina occidentale, che comprende le città di Chengdu, Xi’an e Chongqing. L’obbiettivo del Piano non è cambiato durante gli anni: i leader cinesi che si sono avvicendati al potere intendevano ridurre il gap economico e infrastrutturale tra parte occidentale e parte orientale del paese, attraverso lo sviluppo e la costruzione di ferrovie, aereoporti, telecomunicazioni, impianti idroelettrici, favorendo così l’afflusso di investimenti stranieri, promuovendo inoltre il rispetto dell’ambiente e combattendo fenomeni come la deforestazione, rallentando la “fuga dei cervelli” nelle province più avanzate e migliorando il processo di apprendimento scolastico. Il progetto di investimento annunciato dal Governo prosegue nella stessa direzione.
La crescita delle infrastrutture cinesi degli ultimi anni è stata degna di nota. Per farsi un’idea dell’impegno governativo a riguardo basta pensare al Piano di stimolo economico cinese lanciato dall’Amministrazione Hu-Wen nel 2008 per rispondere agli effetti nel suolo cinese della crisi economica mondiale, che ha visto investimenti per un totale di 4000 miliardi di yuan in infrastrutture e in social welfare, o più recentemente all’approvazione di 60 progetti infrastrutturale dal valore di 157 miliardi di dollari.
Il processo non sembra essersi fermato. All’inizio del 2014 infatti il Governo cinese ha aggiornato la costruzione di ferrovie includendo un investimento a capitale fisso di 800 miliardi di yuan, rendendo operativi 7000 km di nuove tratte e dando il via a 64 progetti di nuove ferrovie nell’intero territorio cinese.
Marco Bonaglia, laureando Università Cattolica di Milano