Changsha, il capoluogo della provincia dello Hunan, è una delle città in cui la scommessa di Pechino di coniugare tradizione e modernità post maoista ha avuto maggior successo. Proprio nel cuore di un territorio tradizionalmente rurale, rappresentazione classica della Cina antica, sorge una frenetica metropoli con grattacieli ultramoderni e strade affollate. E là dove la modernità è diventata locale, il locale ha posto le basi della modernità. Viene infatti dalle autorità provinciali la decisione di costruire a Changsha il grattacielo Sky City che, con 220 piani e un’altezza totale di 838 metri, dovrebbe diventare l’edificio più alto del mondo.
Per quanto “sostenibilità” e “grattacielo” possano sembrare concetti inconciliabili, il progetto prevede la realizzazione dell’edificio a costi economici e in tempi brevi attraverso l’utilizzo di tecniche quali la prefabbricazione, materiali ecocompatibili e a basso impatto ambientale. Nonostante le diffuse perplessità sulla reale fattibilità del progetto, che vittima dei numerosi rinvii ha fatto pensare a Sky City più come una mera trovata di marketing, non è un caso che la scelta per l’ambizioso piano sia ricaduta proprio sulla città di Changsha. La città aspira a simboleggiare quella sintonia ideale tra tradizione, ambiente e modernità, che negli ultimi anni le autorità stanno perseguendo. Il suo sviluppo segue alla perfezione il nuovo corso intrapreso dall’economia nazionale, che prende il nome di “New normal” e che richiama una transizione verso una versione più equilibrata e più sostenibile della crescita, guidata da consumi, servizi e innovazione.
Così come previsto dal "New normal", anche a Changsha si è registrato un tasso di crescita a ritmi più bassi, con un rallentamento dell’industria pesante compensato dall’espansione dei settori emergenti. Farmaceutico (+26,4% nel 2014), automotive (+27,7% nel 2014), elettronico (+30% nel 2014) e meccanico continueranno nel 2015 a trascinare la crescita della città. La campagna "go inland" portata avanti dal Ministero del Commercio cinese per attrarre all’interno della Cina gli investimenti stranieri, tradizionalmente concentrati nelle province costiere, nello Hunan sta dando segnali incoraggianti. Nel 2014, gli investimenti diretti esteri sono aumentati del 12,7% e il volume totale del commercio estero nella contea di Changsha ha superato i 3 miliardi di yuan, un aumento del 18,7% rispetto all’anno precedente. Il principale partner della contea è rappresentato dai Paesi APEC, tra cui emerge il Giappone come maggior importatore e la Corea del Sud come maggior esportatore.
Changsha, nominata nel 2014 tra le 10 città dove si può vivere più felici in Cina e vincitrice per ben due volte del "China Habitat Environment Award", può essere dunque interpretata come il nuovo modello di urbanizzazione su cui punta la leadership cinese, che ha deciso di sacrificare qualche punto percentuale di crescita del PIL per porre maggior attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Martina Dominici, ISPI Research Trainee